mercoledì 28 febbraio 2007

Di ventotto ce n'è uno...

Beh, certo che il tempo va proprio veloce, come un treno.
E i treni passano, talvolta si fermano, e ripartono a tutto gas.
E noi? Li abbiamo presi? E se si, è quello giusto?
Chissà!
Comunque anche febbraio è finito, con lui l’inverno (che in tutta verità proprio non si è fatto sentire) passa e arriva marzo con la sua dolce primavera.
E intanto il tempo scorre e magari si tirano le prime somme di qualche bilancetto anzi tempo.
Come sono stati questi primi due mesi del 2007?
Sono già arrivate le prime soddisfazioni che ci aspettavamo?
Abbiamo tenuto fede ai nostri buoni propositi da inizio anno?
O invece siamo stati travolti dalla pigrizia e dal comodo “lo farò domani” e abbiamo ancora tutto da organizzare?
Oppure i nostri progetti sono stati stravolti da novità inattese ed imprevisti che tutto sommato ci hanno fatto piacere?
A noi streghe al momento tutto fila liscio, non fosse per uno stupido elemento contro: non aver calcolato gli idioti!
Ma il mondo ne è pieno, dunque qualcuno sulla nostra strada lo dovevamo pure incontrare…
o nel nostro blog!
E allora dato che il bilancio di questo blog 2007 è buono abbastanza, il nostro nuovo proposito per il nuovo mese e per la nuova stagione alle porte è suggerire a Mr. o Miss ALB che la sua presenza non è gradita non avendo ricevuto nessun invito a rendere pubblici i suoi stupidi e fragili pensieri!

Con questo incisivo post, veloce come il mese di febbraio, vi saluto a nome di tutte le streghe che presto, eliminati i molesti, torneranno a tenervi compagnia!
 
posted by La G. di Gatta at 11:21, | 11 comments
giovedì 22 febbraio 2007

Il potere catartico della scrittura

Vi siete mai chiesti perché nella rete pullulino così tanti blog?
Perché professionisti così come adolescenti, casalinghe disperate, aristocratici, giovani carini e disoccupati sentano il bisogno di raccontare alla rete le loro esperienze e il personale modo di vivere?
Ammesso e non concesso che l’esibizionismo è alla base della vita di ogni individuo e che mai come in questi tempi il motto “l’importante è che si parli di me, poco importa bene o male” e che dunque una grande porzione dell’utenza web per blog scrive per una incerta notorietà, tuttavia credo che ci sia un’altra ragione per questo rapido incremento webdemografico.
La risposta è semplicissima: scrivere è catartico!
Soprattutto se a leggere le nostre righe sono in particolar modo persone che non ci conoscono e che con ogni probabilità non incontreremo mai.
Con loro non abbiamo inibizioni, né timidezze, anzi riusciamo a confrontarci in modo direi terapeutico dal momento che non temiamo il loro giudizio e sulle loro critiche riflettiamo quanto basta senza prendersela troppo su.
Anche noi streghe ovviamente non siamo esonerate da questa catarsi!
Scrivere è infatti per noi una libertà!
Da un’emozione che credo sia paragonabile a quella che gli attori provano davanti ad un nuovo copione: è come recitare, essere qualcuno che non ha gli stessi limiti o le stesse inibizioni che ci accompagnano dalla nascita, sentirci quell’alter ego che avremmo voluto fosse il nostro connotato caratteriale.
Allora c’è chi di noi “usa” il blog come un mezzo per vincere la propria timidezza, chi per mettersi in gioco, chi lo usa come uno specchio, per leggere e rileggere quanto scritto per testare a tempo debito la propria personalità.
E dall’altra parte c’è la nostra utenza, che non è certo da meno.
Perché se tanta gente scrive sui blog, altrettanta legge ciò che viene scritto.
Perché?
Molti blog sono a “gestione familiare”, nel senso che sono scritti da amici e pubblicizzati solo tra amici, dunque l’elemento affetto è ciò che spinge l’utenza a linkare il blog.
Altri con il passaparola si allargano e coinvolgono persone anche esterne ai gruppi di amici.
Ed è su questi che si concentra la mia attenzione.
Cosa spinge un estraneo a leggere i pensieri o le avventure di sconosciuti?
Beh, nulla più e nella meno di ciò che spinge milioni di curiosi spettatori ad osservare gli inquilini della casa del grande fratello o delle isole sparse nella acque del mondo.
Come già Freud aveva teorizzato il voiyerismo è alla base della società moderna!
Il desiderio della curiosità, che infondo, anche se in buona fede potremmo sempre definire morboso, dello scoprire, del vedere senza essere visto.
Nulla di biasimevole, per carità (se la pensassi così certo non scriverei su un blog)!
Infondo siamo nell’era della pubblicizzazione del tutto, anche se per un non nulla si fa ricorso al garante della privacy!
E’ questo il paradosso di questa società…peccato che Freud non abbia avuto modo di poterne dissertare!
 
posted by La G. di Gatta at 11:51, | 14 comments
martedì 20 febbraio 2007

Looking for a job: operazione tempesta nel deserto

Mi chiedo cosa avrà potuto scrivere nella sua lettera motivazionale chi ha risposto a questo annuncio comparso su Monster....
 
posted by dot at 17:02, | 0 comments
lunedì 19 febbraio 2007

Sogno o son desta?

Una persona che mi ha conosciuto tempo fa, quando ero appena una cucciola, mi ha incontrato di nuovo a distanza di anni e mi ha detto che “ho fatto tanta strada” ma gli do ancora “…l’idea di una ragazza sognatrice”. Chissà se era un complimento. C’è un punto di passaggio di ogni vita in cui si smette inevitabilmente di sognare, quello che qualcuno rimpiange quando dice che tutti i grandi sono stati bambini, ma non se lo ricordano più. Crescendo i sogni sono distratti da studio-stress-famiglia-computer-cellulite-lavoro-grandefratello-carriera-bastonate… Io sono cresciuta sulle parole di un sognatore famoso, i suoi sogni erano visioni grandiose, tracce di un futuro possibile, che lui ha raccontato a generazioni di persone, e poi ha trasformato in un progetto. Ed ho imparato da lui. Continuo a credere nei sogni, quelli grandissimi e quelli più piccoli. Sognare di andare da Tiffany sulla 5th Avenue, di scuotere i sentimenti della gente con le storie che racconto col mio lavoro, sognare che poi vada tutto bene, tutto come progettavamo noi da piccole. Credo di essere una sognatrice concreta. Cosa che il mio prof. di Italiano avrebbe sottolineato col vecchio pastello blu. I sogni non sono cose facili. Non si sta lì fermi ad aspettare che si avverino. E’ un percorso quotidiano, un lavoro fatto passo a passo. E’ un progetto: obiettivi, motivazioni, risorse, mezzi, strategia…nulla è affidato al caso. Un amico che sta leggendo si sarà chiesto dove ho preso quel quarto di razionalità che ho messo in questo post. Credo di averla presa in prestito l’ultima volta che ci siamo visti, lo sai? Lì, nel barattolo sopra la cucina. Non hai notato che ce n’era un po’ meno? (così siamo pari). Quelli come me si svegliano a metà / rimangono coi sogni mezzi aperti. E poi se mi svegliassi dal mio sogno cosa rimarrebbe? Il mio lavoro non è un lavoro da sogno? Qualunque cosa sia – perché questo non ve lo dico – ogni lavoro amato è un sogno. E come potrei smettere di volare in mezzo al traffico sulla mia scopa? O riuscire a creare delle pozioni al cioccolato che hanno dei dolcissimi effetti collaterali? …io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo… E voi, non è che avete smesso di sognare?!?
 
posted by Holly G. at 15:25, | 2 comments
domenica 18 febbraio 2007

Lettera d'amore

San Valentino è appena passato e voi come l’avete trascorso?
Le streghe hanno festeggiato in vari modi tutti molto “singol-ari”!
E quanti auguri avete ricevuto?
Io quelli del pirata sentimentale protagonista dell’omonimo post (cosa che ovviamente mi ha parecchio lusingato) e quelli di una vecchia amica che sarebbe perfetta nel circolo streghe.
E quanti di voi hanno aspettato San Valentino per trovare la giusta occasione per dichiarasi al proprio amore?
In fondo ci sono diversi modi per farlo: manicaretti culinari afrodisiaci che stordiscono la mente e ci privano di inibizioni, romantici dvd che ci danno il là, massaggi a lume di candela che ci spingono ad un contatto fisico, una replica di Cyrano al teatro che ci stilla fiumi di meravigliose parole, leggere una poesia di Pessoa sorseggiando un infuso che ci riscalda e poi…una lettera d’amore lasciata là al caso e che per caso capita tra le mani del destinatario a sua insaputa.
Penso che quest’ultima sia una delle cose più romantiche che si siano!
E voi, ne avete mai ricevuta una?
Ricordo che la prima che mi è stata recapitata si perde nella notte dei tempi!
Ero una bimba di circa nove o dieci anni e nella cassetta della posta (dove oggi trovo solo bollette e multe salate! Sigh…) ho trovato una lettera piena di disegni e colori lasciata lì dal mio vicino di casa, un bimbo di qualche anno più piccolo che mi diceva che ero la cosa più bella del mondo!
Wow, una frase che fino a quel momento avevo sentito ripetermi solo da mamma e papà!
Un buon inizio nella carriera sentimentale, direi!
In realtà per molto tempo non ne ho ricevuta nessun’altra!
Bisogna duplicare esattamente l’età da bambina per bissare!
Avevo venti anni e vivevo in Inghilterra e nella cassetta della posta trovo la lettera tutta stropicciata del coinquilino del mio fidanzato che con un linguaggio assai concitato ed impanicato mi diceva che invidiava chi mi aveva accanto.
Conservo ancora questa lettera perché mi emoziona la tenerezza ed il timore con cui è stata scritta.
Vabbè, poi ci sono tutte quelle dei fidanzati che fanno sempre vibrare il cuore ma che in fondo ci si aspetta sempre.
E poi, le più belle quelle che trovi sulla macchina o sullo scooter del tutto anonime e molto spesso preoccupanti se vogliamo proprio ammetterlo perché indice del fatto che qualcuno ci segue, o più semplicemente sa dove viviamo e non ha assolutamente voglia di far si che NOI possiamo conoscere il contrario: chi lui sia e dove viva.
Però che emozione (una volta comprovato che non sia l’ennesima multa) vedere quel foglio sul lunotto!
Insomma uomini abbandonate brevi sms o fredde email e scrivete più lettere alle vostre donne e non solo per San Valentino!
 
posted by La G. di Gatta at 17:50, | 3 comments
sabato 17 febbraio 2007

L'intelligenza menefreghista

Le teorie di misurazione dell’intelligenza ci dicono che esistono 7 tipi di intelligenza. Goleman ne ha aggiunto un’altra, l’intelligenza emotiva. Senza stare troppo a filosofeggiare io ne isolerei ancora un’altra tipologia( anche se forse è un derivato dell’intelligenza emotiva): l’intelligenza menefreghista (i.m.).
In questo caso non si tratta di non valutare semplicemente le abilità cognitive, logiche, di controllo e consapevolezza di sé in relazione agli altri. Si tratta invece di applicare queste abilità facendo uno screening completo del mondo in cui vivi ( l’i.m. è totaliataria e selettiva solo per i casi/situazioni in cui pensare è una perdita di tempo…..:-p) e preoccuparsene/comportarsi secondo gradi di rilevanza.
Insomma, in una prima fase si tratta di fare una valutazione all inclusive di ogni aspetto che ti porta a riflettere: sia esso una persona, un atteggiamento (tuo o di qualcun’altro), una situazione, qualsiasi cosa che ti riguardi direttamente o indirettamente, e poi di assegnargli l’importanza che merita (eh….sì! l’i.m.è meritocratica) in base ai principi di vita e comportamento che senti tuoi ( l’i.m. è spietata). Definita l’importanza dell’aspetto valutato devi solo agire di conseguenza: lasciare, riprendere, sbeffeggiare, arrabbiarsi o puramente fregarsene…. (l’i.m. ha delle conseguenze concrete e volute).
Faccio delle precisazioni perché si potrebbe fraintendere quello che ho scritto:

- se a priori (per una tua teoria semplificativa) te ne freghi altamente di quello che ti succede e degli altri sei un menefreghista puro (non una persona con i.m.). L’i.m. è profonda non superficiale.
- se pensi di non poter affrontare una situazione e te ne freghi sei solo debole e nichilista. Invece l’i.m. è coraggiosa anche nell’abbandono.
- se decidi di agire correttamente solo a quello che ti può portare ad avere conseguenze per la tua persona e non hai un senso di responsabilità che ti fa agire nella stessa maniera anche in situazioni in cui tu non ci rimetteresti direttamente niente sei solo cinico. Invece l’i.m. è moralmente impegnativa (chi l’avrebbe detto eh?)

Detto ciò, riconoscendo comunque di essere stata troppo ‘sintetica’ per questo argomento, mi resta solo da escludere dal gruppo delle persone dotate di i.m. le persone fondamentalmente disinteressate e quelle per cui il distacco è una condizione permanente (l’i.m. è interpersonale).
Ora vado a filosofeggiare su altro…..
 
posted by dot at 07:36, | 9 comments
venerdì 16 febbraio 2007

Il Matrimonio del mio migliore amico

Diciamo che il tonfo della mia caduta è stato un po' più dignotoso di quello della protagonista del film, solo perchè quando mi è stata comunicata la "lieta notizia" mi trovavo su un autobus ed il terrore di fare una pessima figura è stato più forte del mio mancamento!
Ne è passato di tempo da allora, ma vale la pena ricordare quanto sto per raccontarvi.
Parecchi anni or sono incontro un giovane in carriera davvero davvero interessante, ma...fidanzatissimo!
Dunque per questo suo "neo" che così piccolo io non ho mai ritenuto, il giovane davvero davvero interessante è stato "nominato" per citare una frase che già da qualche anno siamo abituati a sentire il giovedì sera in Tv.
Nulla, tuttavia ci vietava di essere amici!
Ma voi credete all'amicizia tra un uomo ed una donna?
Io non so darvi una risposta!
Soprattutto quando le telefonate diventano troppo frequenti, per due amici, poi quotidiane, poi non bastano più e si passa alle cene, ai chilometri fatti per vedersi (si viveva OVVIAMENTE in due città diverse) anche solamente per un caffè o quattro chiacchere, alle giornate al mare, ai weekend fuori con altri amici, ai viaggi, o meglio agli inviti per i viaggi, quelli lunghi, quelli veri!
E poi un giorno tutto ad un tratto è un uomo libero ed io non so che fare, nè che dire, nè che pensare!
Temporeggio, cerco di studiare, capire cosa possa esserci tra noi ma non trovo mai una risposta!
Mi dileguo, non riesco neppure ad essergli amica. Io ne ho paura!
Tuttavia credo sia favoloso sentire il suo cercarmi spesso se non sempre, il suo volermi vicino.
Ma io non riesco a capire in che modo mi voglia vicino.
Mi chiudo a questa idea e non riesco mai a fare chiarezza.
Rimango "in bilico tra santi e falsi dei"...
Finchè non arriva lo scontro finale.
Ci troviamo dopo mesi in cui ci si era un po' persi di vista (a causa mia, lo ammetto) e, complici la notte e roma che "fa la stupida" alla sera prendiamo il discorso "noi" e parliamo, parliamo, parliamo all'infinito senza mai arrivare a nulla.
Io sono il muro tra noi!
Un muro che nessuna rivoluzione farà mai in tempo a rompere, un muro che lo ha allontanato da me per sempre.
Dopo mesi di costanti telefonate e sms che ricevevo tutti i giorni crolla il silenzio e con questo il destino gli presenta una giovane donna!
So da amici che si frequentano, poi dopo mesi arriva una telefonata: "Sono in metropoli con lei, vorrei che la conoscessi! Vorrei un tuo giudizio!"
Sorpresa e direi interdetta acconsento. La incontro e lei, carina come una Barbie mora mi dice che è contenta di dare finalmente un volto a tante emezioni ed aggiunge "So che lo sposerò!".
Io accenno solo ad un sorriso e taccio!
La serara passa in un imbarazzo indiscreto.
Arriva Natale e un freddo sms con la firma di coppia. E' il bis anche a Pasqua!
E un caldo giorno di maggio (ironia della sorte, esattamente lo stesso giorno in cui, tre anni prima io e lui ci eravamo conosciuti) il mio cellulare squilla e dall'altro capo arriva la ferale notizia:
"Mi sposo! Volevo fossi tra i primi a saperlo!"
Come la protagonista del film ho anche io il mio disorientamento. Non cado per terra per le ragioni di cui sopra e come lei rimpiango di avere perso, per ottusa freddezza, paura ed insicurezza, una persona che in fin dei conti stava proprio bene sulle mie corde.
Ma a differenza di Julia Roberts, mai ho tentato di sottrarlo alla sua donna nè ho accettato di essere tra gli invitati!
Adoro il fair play verso gli altri e verso me stessa!
 
posted by La G. di Gatta at 15:12, | 0 comments
giovedì 15 febbraio 2007

Accompagnatori di vita

Vi siete mai domandati quante volte usiamo le parole amico/a, amicizia?
Troppe!
E quante volte riflettiamo sul valore, il significato e la forza di queste parole?
Troppo poche!
Cosa è per noi un amico? Quanti Amici abbiamo davvero?
Per me un amico è colui che c' è sempre, non importa a quanta distanza da me si trovi fisicamente, ma di certo mi è accanto con il pensiero e con le emozioni.
Un amico è la persona su cui posso contare, da cui ricevo ogni consiglio e di cui sopporto ogni critica.
Un amico è chi ti conosce così bene che sa che talvolta è meglio tacere piuttosto che elargire idee o suggerimenti indesiderati.
E' una persona che ti accetta così come sei e che tu giustifichi, tolleri, ami esattamente così come lui o lei è!
Un amico è chi non ti frega appena può, che ha un'alta considerazione di te, che ti stima e che non ti lascia nei momenti di bisogno.
E' colui per il quale ancora conta la parola altruismo, colui che sa rinunciare a qualcosa di effimero o di personale per aiutarti se sei in difficoltà!
Un amico è un'illusione, se analizziamo nei dettagli tutto quanto sopra scritto!
Meglio allora dire che un amico è una perla rara.
Personalmente credo di essere fortunata perchè ho ben 4 amici!
Eravamo 4 amici al bar....
E allora chi sono tutte le altre persone che mi e ci circondano quotidianamente?
Sono loro, gli accompagnatori di vita!
Sono coloro che stanno già da troppo tempo con noi per essere definiti conoscenti, ma che non hanno tutte le qualità sopra elencate per essere Amici!
Alcuni di loro sono amici (quelli con la a piuttosto che con la A) e forse con un po' di tempo, un po' di abitudine, un po' di dritte potrebbero fare lo scatto di carriera.
Altri, meno dotati di affinità elettive, inevitabilmente saranno meteore nella vita di ognuno, nulla meno, nulla più.
Gli accompagnatori di vita sono coloro con i quali o le quali passiamo una fase più o meno lunga della nostra esistenza avendo tra noi rapporti cordiali, pacifici, discreti in una sola parola.
Ma anche in questo caso nulla più nulla meno.
Insomma sono coloro con i quali abbiamo un patto di non belligeranza, ma stateni certi, se uno di questi accompagnatori di vita ci pesta i piedi è fuori!
Non siamo disposti a tolleralo! Infondo questa persona chi è per noi? Perchè dobbiamo tollerare un suo affronto, uno sgarbo, una mancata attenzione se alla base non c'è quel sentimento così forte che comincia con A?
Un accompagnatore di vita non è tenuto a conoscere la parola altruismo! Tuttavia tra questi, i più sensibili non conoscono nemmeno la parola egoismo!
Vivono a metà ed anche noi li autorizziamo a farlo perchè, in fondo ci sta bene così!
E' grazie a loro che abbiamo relazioni sociali e la nostra giornata va veloce come un treno!
Allora ci rendiamo conto che senza gli accompagnatori di vita la nostra esistenza sarebbe quella degli eremiti e a loro non possiamo rinunciare!
Tuttavia viviamo bene con loro se restiamo con i piedi per terra e non ci aspettiamo grandi cose da loro!
E' questo il segreto perchè tutto fili liscio: ricordare sempre di non confodere questi con quelli della A!
 
posted by La G. di Gatta at 06:56, | 18 comments
martedì 13 febbraio 2007

SAN VALENTINO: SEGNO DEL DESTINO?

Io faccio un lavoro che prevede dei periodi in cui l'attività è densa fino ad essere convulsa mentre in altri, meno male, c'è calma piatta. Da più di un mese non sentivo chiamate. Oggi, 13 febbraio, sbarco in campagna dai miei per starci un paio di giorni e appena metto piede in casa guardando gongolante il caminetto acceso e pregustando il pranzetto della mamma, squilla il telefono. Guardo il numero e riconoscendolo subito rispondo sospettosa...previsione confermata: domani si lavora!!! Il fatto di non avere lavoro anche per un lasso di tempo così lungo è normale in questo periodo, anzi lo strano è proprio averlo. Poi rifletto sulle date e non riesco a sottrarmi al fascino di trarre un auspicio da quest'improvvisata del destino. Allora penso che:

Destino cosa c'è? Cosa vuoi dirmi?

"lascia stare, non è per te". Se fra tanti giorni a sua disposizione ha scelto questo forse è per dimostrarmi che per me si tratta di un giorno come un altro. Insomma come dire: è San Valentino e io no!

Oppure

io vengo pagata solo quando lavoro e si sa come dice il proverbio chi è fortunato in amore non lo è altrettanto con i soldi e iniquivocabilmente a me in questo San Valentino sono arrivati i soldi e non un cuore.
Oppure

tornando al vasto mondo dei proverbi c'è anche quello che recita: " chi non lavora non fa l'amore". E se fosse che dovrei lavorare un po di più per avere un amore? Intendo "lavorare" anche in senso metaforico. Comunque sono afflittamente single proprio dall'inizio dell'anno, da quando insomma è iniziata la pausa lavoro (che fortunata coincidenza nevvero?)...vuoi vedere che ricominciando a lavorare ricominci anche a battere il cuore?

Bè vada come vada...il destino mi aveva avvertita
e comunque
Buon San Valentino a tutti!!!!!
 
posted by Alice at 17:03, | 7 comments
lunedì 5 febbraio 2007

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Voi credete nel perdono?
Siete capaci di perdonare?
Un margine di errore in genere lo si concede a tutti, in fondo chi di noi non ha mai sbagliato?!
Già due però risultano difficili da gestire e tollerare.
Quando poi l'errore è reiterato allora non c'è proprio soluzione!
Questo post si riallaccia a quello sulla tracotanza degli uomini di qualche giorno fa.
Beh, da allora Mr. P ha più volte cercato un contatto con me.
Dopo la mia determinata ed irremovibile scelta di rifiutare il suo regalo, che credo gli sia stata armai comunicata, ieri ho trovato nella mia casella di posta elettronica innumerevoli sue mail.
Cosa che mi ha dato parecchia noia.
Le ho selezionate e senza aprirle ho cliccato sul tasto "Delete".
Ma Mr.P non si da facilmente per vinto, e questo avrei dovuto ricordarlo!
Stamani mattina apro il pc e trovo il suo contatto messanger.
Non nascondo là un momento di esitazione. Ma è stato solo un attimo.
Dunque ho cliccato sull'opzione "impedisci l'aggiunta in rubrica e la possibilità all'utente di contattarti" e mi sono subito sentita meglio.
Allora Mr.P, dovresti sapere che l'errare è umano, ma il perseverare è da veri testi 'i sceccu.
E sull'errare si chiude un occhio, ma sul perseverare si aguzza bene la vista!
Ecco prima di Mr. P credevo nel perdono.
Credevo vivamente nell'idea di dare una seconda possibilità a chi la meritasse, ed ovviamente ritenevo che la persona che ti accompaga nel tuo percorso di vita meriti questa possibilità.
Ma da Mr. P ho capito che questa seconda possibilità va a tuo danno.
Il treno passa una sola volta nella vita, non è un luogo comune, e bisogna essere sulla giusta banchina pronti a prenderlo.
Ultimamente poi sono tutti eurostar...si fermano solo qualche minuto e poi ripartono in fretta!
Ecco io sono un eurostar! Devi sempre cogliere l'attimo perchè non aspetto nessuna esitazione!
La mia porta per Mr. P è stata aperta per molto più di qualche minuto.
Il mio treno ha fatto tutte le tappe possibili su una tratta: era un lento diretto.
Ha fatto un'andata ed un ritorno.
Quasi quasi si trasformava in metropolotana fintanto che non è scattato quel quid che mi ha fatto capire che non si aspettano i passeggeri ritardatari.
Che quando è tempo il treno deve partire. Ed il suo viaggio è a senso unico. Non si ritiorna più nello stesso punto.
E non esistono prenotati da aspettare all'infinito e che prima o poi arriveranno.
Non esiste il poi quando si ha la fortuna che il tuo treno è tornato una seconda volta.
E da qualche tempo penso che non esista più nemmeno il prima!
Sei sceso ancora una volta da quel treno, e ora che vuoi?
Come sempre tornerai prima o poi....No, se torni è perchè sei andato via e hai sbagliato!
Se hai deciso di andare via, perchè così hai voluto, per te questa volta non ci sarà ritorno nè prima nè poi!

 
posted by La G. di Gatta at 18:23, | 2 comments
domenica 4 febbraio 2007

Dot a lezione da Alice

Ricordate tutti il post sulla determinazione di Alice?
Beh, adesso la streghetta Alice ha un'assistente stregone: Dot!
Studentessa modello, si applica moltissimpo nello studio delle amenità e delle anomalie, tanto da farci chiedere se l'avvievo supererà il maestro!
La gara è dura e di esito assai incerto, ma statene certi, ne vedremo delle belle!
Questa sera ad esempio Alice tornava da un lungo soggiorno lontano dalla metropoli, dunque Dot ed io siamo andate a prenderla.
Al ritorno a casa dal momento che le valigie erano più numerose di noi, abbiamo deciso di prendere l'ascensore direttamente dal piano terreno piuttosto che da quello rialzato, come solitamente si fa.
Dot erntra per prima, dunque Alice ed io seguo dietro.
All'improvviso la luce a tempo si spegne ed io, che rimanevo più indietro, sento solo le risate di Alice e la voce di Dot sussurrare: "non glielo dire, non glielo dire".
Pare che a casa si temano le mie reazioni ed il mio giudizio!
Insomma, cosa era successo?
Dot era andata ad aprire la porta dell'ascensore per facilitare l'accesso di Alice e dei valigioni di Alice ma l'ascensore non c'era.
Dot non si rende conto dell'assenza della cabina e comincia a tirare la porta in modo sempre più insistente, fino ad utilizzare entrambe le mani ed a far leva con il corpo lamentandisi ovviamente del difettoso funzionamento della porta dell'ascensore.
Ironia della sorte è stata Alice, in una deflagrazione di massima attenzione e di mancato raptus di scassinamento, non solo a non assecondare Dot in questo atteggiamento da usurpatore di porte, ma anche a metterla al corrente della mancanza dell'ascensore!
Ci chiediamo dunque se questa streghetta pasticciona diventerà presto una cattedatrica di bislacche magie?!
Secondo voi?
 
posted by La G. di Gatta at 17:08, | 0 comments

Quanti cammelli?


Quanti di voi hanno già fatto la loro proposta di matrimonio e quante di voi l’hanno già ricevuta?
E soprattutto quali sono state le vostre emozioni: gioia, felicità, ansia, paura?
E quali le vostre aspettative: vivremo felici e contenti per sempre, sarà dura rinunciare ai propri spazi, non vedo l’ora di provare il vestito da sposa, mi rendo davvero conto di cosa mi aspetta?
Ed il vostro ideale in quel momento era: due cuori ed una capanna o con un palazzo, una tata, una cuoca si vive meglio?
Insomma cosa vi è passato per la testa in quei momenti immediatamente prima (per l’uomo che ha premeditato cosa stia per fare) e dopo (per la donna che viene, diciamo così, presa dalla botta)?

Immagino che, qualunque cosa abbiate pensato, mai vi sarete trovati con una domanda per noi decisamente poco comune: quanti cammelli valgo?
Ero in Marocco per festeggiare il mio trentesimo compleanno quando in un solo giorno ho ricevuto ben tre proposte di matrimonio.
E tutte direi decisamente considerabili affari convenienti!
Ma non sono una donna d’affari!
E’ chiaro che i miei tratti somatici sono decisamente apprezzabili dalle popolazioni del bacino del Mediterraneo, diciamo così, dunque è facile che girando per i bazar delle Medine sia stata notata da artigiani e business men del luogo.
La prima proposta è arrivata mentre ero attenta ed indaffarata a scegliere un tappeto: stavo là affascinata dalle sfilate che queste donne facevano davanti ai miei occhi mostrando i prodotti da loro realizzati, quando mi si siede accanto il proprietario del laboratorio, orientativamente una decina di anni più grande di me, e comincia a parlare, parlare, parlare, parlare di tutto di più fino a quando non mi spiazza con una frase composta da tre parole. Mi piacerebbe sposarti!
E subito dopo aggiunge: “Donna straniera, italiana, giovane, bella e che parla l’inglese vale tanti cammelli”!
Rimango sconcertata! Non solo per la sorpresa e la repentinità della richiesta, quanto soprattutto dal sentirmi dire la mia valutazione in cammelli.
Mi disegno un sorriso arcaico, come quelli dei Kouros greci, sul volto, recupero la mia borsa, firmo il mio acquisto (certo non rinunciavo al tappeto!) e con molto garbo me la do a gambe!
Nel pomeriggio mi sposto in un’altra zona del bazar dove c’è una fabbrica di ceramiche e là mi si propone il figlio del proprietario.
Ragazzetto carino, molto gentile, dallo sguardo decisamente magnetico come quelli di tutti gli arabi in genere, timido ma decisamente diretto.
Tra una mia domanda ed un’altra di sapere il prezzo di questo e quell’altro oggetto, repentina e veloce, mista a tante altre che mi aveva posto e che rientravano in una normale dinamica di formale conversazione, arriva la sua domanda: “Il tuo fidanzato?” Ed immediata la mia risata di disarmante rassegnazione e lo sguardo indagatorio di chi si è fatto da solo la stessa domanda mille volte: “Infatti, il mio fidanzato?”.
Il ragazzo percepisce l’assenza di tale genere in questa fase della mia vita ed essendo più free rispetto al proprietario della precedente fabbrica di tappeti con moderna affabilità mi chiede se voglio bere un drink con lui la sera perché…ecco…lui…vorrebbe sposarmi!!!
Gli sorrido in modo disarmante esattamente come pochi attimi prima per ragioni
diverse e gli dico che anche se la sua terra è bellissima non lascerei mai l’Italia. Capito il mio implicito rifiuto ed imbarazzo mi lascia la sua mail perché “almeno possiamo restare in contatto?”.
Vi giuro, è stata una delle poche volte in cui un uomo mi ha fatto tenerezza!
Tutt’oggi siamo in contatto e ricevere le sue mail è per me sempre una piacevole sorpresa!
La terza arriva la mattina successiva e, credetemi a questa avrei detto si, si, si, si, si., si!!!!
Ero in fila per il check-in. Davanti a me un gruppo di personaggi piuttosto alti (beati loro!) mi impediva di vedere se al di là del desk c’era uno steward o una hostess. Ultimato il loro check-in l’arcano è svelato: era un favoloso steward i cui occhi, credetemi sono difficilmente dimenticabili.
Mi incarto nel dargli i documenti, gli rispondo confusa ad ogni domanda, scateno in lui tutta l’ilarità possibile per quanto impacciata sono ed evidentemente lo intenerisco.
Il mio check-in dura un’eternità durante la quale lui mi chiede se sono in viaggio si nozze.
Ovviamente no. Se sono qua con il mio fidanzato. Ovviamente no. Se il mio fidanzato mi aspetta all’aeroporto di Roma. Ovviamente no.
Sorride e mi dice che per me sarebbe disposto a “pagare” in cammelli più del numero regolare.
Stavolta non mi sbigottisco. Rimango impietrita e quasi quasi ci penso su!
Mi scrive un biglietto con il suo recapito e con uno sgrammaticato: Marry me!
Ritorno da quel viaggio con una grande certezza: in un’ora Dio lavora!
Tutto ciò che non capita in un’intera vita talvolta più capitare in un attimo solo!
Certo è pur vero però che io di tre non ne ho potuta fare una buona!

Ma vabbè, questa è tutta un’altra storia!
 
posted by La G. di Gatta at 11:49, | 0 comments
sabato 3 febbraio 2007

TU GUST IS MEGL KE UAN - 1

Da oggi le streghe vogliono condividere con voi le loro pozioni migliori. Pronti a leccarvi le dita?

MARMELLATA DI FRUTTI DI BOSCO (da Frida)
Ingredienti: 1kg di frutti di bosco; 500g di zucchero di canna (e precisiamo "zucchero"). Mettere a mantecare con lo zucchero i frutti di bosco. Appena lo zucchero si è sciolto mettere il composto sul fuoco e aspettare l'ebollizione girando spesso. Appena comincia a bollire rimestare sempre per 30 minuti. Fare la prova piattino (=mettere una goccia del composto sul piatto e porlo in pendenza per vedere la viscosità) e spegnere. Versare il composto in apposite boccie. Lasciare raffreddare senza tappo. Una volta raffreddato chiudere ermeticamente le boccie e provvedere al sottovuoto. Avvolgere ogni boccia in panni e mettere a bollire coprendole totalmente di acqua. Raggiunta l'ebollizione far "cuocere" per 30 minuti, dunque spegnere e lasciare raffreddare dentro l'acqua stessa.
 
posted by Holly G. at 12:14, | 2 comments
venerdì 2 febbraio 2007

ubris antropon, ovvero la tracotanza degli uomini!

Quando questo blog è nato avevo deciso di omettere dai racconti dei miei post tutto ciò che veramente mi ha fatto male e sul quale fino a settembre non ero capace di scherzare.
Da settembre io sono un’altra persona, anche fisicamente, e sono la Frida che gioca in questo blog.
Avevo deciso di non scrivere mai di una persona che…che non c’è più!
No, non è morta, non fisicamente, ma per me lo è!
Ovviamente si tratta di un uomo, il mio ex!
Tralascio ogni ricordo di noi anche perché non ha nulla a che vedere con quanto scriverò adesso!
Ciò che mi chiedo e che vi chiedo è: è possibile che i morti facciano regali?
Beh, oggi mi è stato detto: “c’è posta per te”!
Un regalo da parecchio lontano, dal medio oriente dove adesso lui vive!
Un regalo?
Per cosa?
Non è il mio compleanno, non ho avuto una promozione a lavoro, non mi sposo, non capisco dunque perché un regalo?!
Ma per Natale, stupida Frida, come hai fatto a non capirlo prima?
E menomale che non è per S. Valentino!!!!
Un regalo, segretamente custodito per essere una sorpresa per tutto un mese da un’amica in comune che oggi, esasperata dalle continue e pressanti telefonate intercontinentali di lui che chiedeva se avessi ricevuto e gradito il suo impegno d’amore, ha deciso di rivelare questo “dolce segreto”, aggiungendo che è un pensiero così romantico….
…romantico, che da così lontano lui abbia voluto fare un regalo a tutti gli amici che sono qui ad aspettare il suo ritorno e tra questi amici il regalo più grande, più bello, per me!!!!!
Romantico???? Romantico????
Vogliamo riflettere sul valore di questa parola?
E’ romantico che una persona per un tempo parecchio lungo ti manchi di rispetto, ti inganni, ti consideri un’unità per riempire il vuoto nelle sue 24 ore tra un aperitivo, una cena, una partita a combact, una a poker, una sgallettante serata in discoteca e altre inezie del genere e infine ti dia in TFR, trattamento di fine rapporto, perché l’avanzamento a lavoro ed il conseguente aumento di stipendio, che implicano un vistoso allontanamento dalla nostra metropoli…il medio oriente non è proprio dietro l’angolo…valgono più di te?
Questo è stato il nostro noi! Questo è romantico?
E dopo l’iniziale dolore della separazione e il disagio dell’adattarsi a nuovi posti e culture che si esprimevano in telefonate quotidiane e struggenti da laggiù il silenzio, l’assoluto silenzio, la morte!
Sei morto!
Come puoi pensare, adesso, di farmi un regalo?
Sai che me ne faccio io del tuo regalo? Sai che me ne faccio io di te?
La stima, l’affetto, la complicità di una persona non si comprano con un regalo!
Non accetterò nemmeno di vederlo, questo regalo, che comunque se forzatamente mi venisse recapitato finirebbe nel cestone dell’immondizia come tutti gli altri che tu, uomo infinitamente tracotante, mi ha fatto!
Nella tua vita mi hai fatto davvero uno ed un solo regalo romantico: sparire!
Continua a regalarmi questo per tutta la vita!
 
posted by La G. di Gatta at 17:11, | 3 comments

Le cose belle della vita

Oggi, mentre ascoltavo la radio, il dj ha detto una frase, non so se pronunciata per la prima volta da un personaggio famoso o meno, che mi va di condividere con voi:

"Le cose belle della vita o sono illegali, o immorali o fanno ingrassare"
Cosa ne pensate? Io mi trovo parzialmente d'accordo, sebbene ritenga che ci siano altre tre cose che non rientrano nelle suddette categorie e che personalmente mi rendono felicissima: dormire (chi mi conosce sa che posso farlo ininterrottamente per 12 ore di fila) e, scusate se rischio di essere ripetitiva, passeggiare lungo una spiaggia o in un bosco, ma soprattutto passare del tempo con il proprio "animale" domestico!
Per tutto il resto...o sono illegali, o immorali o fanno ingrassare!!!
 
posted by Anonimo at 09:44, | 3 comments
giovedì 1 febbraio 2007

Lo volevamo così...

...Il nostro furuto coinquilino!
Non essendo stato possibile, è stata scelta una coinquilina!
Una potenziale strega? Può darsi, staremo a vedere!
I casting per trovare l'inquilino della casa...beh, questa frase rimanda a case ben più sotto i riflettori della nostra...sono durati per oltre un mese, durante il quale abbiamo visto di tutto!
Giovani trentenni mai usciti da casa: tipici mammoni italiani che credevano di sostituire la figura materna con le tre streghe di casa.
In parole povere cercavano delle badanti che si occupassero dei loro panni, stirassero le loro camicie e preparassero loro la cena.
Giovani trentenni stroppo spesso usciti da casa: volevano dividere con noi una...come dire...stanza d'appoggio! Ci mancava solo questa! Immaginatevi il "piacevole" via vai di veline, letterine, sgallettine, schedine, "nientecervelline" in questa casa!
Non più giovani e non più trentenni divorziati o separati e con prole al seguito e con uno scarto generazionale di circa quindici anni tra noi e loro.
E ogni volta che questa tipologia di candidati si presentava pensavamo a quanto fragile sia la vita coniugale, quanto frequente sia il divorzio, quanto semplice mollare tutto e tornare ragazzo...Ma l'età non torna indietro ed il risultato è essere tristi e patetici.
Giovani appena affacciatisi al mondo del lavoro che decidevano di vivere fuori casa perchè fa fico, ma l'affitto lo paga mammà.
Giovani vittime delle fidanzate, delle sorelle, dei fidanzati delle sorelle, schiacciati dalle personalità di questi: tutti insieme a vedere l'appartamento; tutti a commentare e a fare domande indiscrete e impertinenti a noi tre; tutti tranne i dieretti interessati ad essere i coinquilini che restavano in silenzio perchè annegati nel fiume delle parole dei parenti.
Giovani che venivano a vedere la casa...?...beh, a vedere chi veniva a vedere chi c'era in casa e che, prima di uscire da casa prorponevano immediatamente un improponibile invito a cena.
Giovani che non avevano capito che gli anni di Tony Manero, dei Bee Gees e della disco dance sono passati da ormai un ventennio e che a guardarli per più di dieci minuti ti viene il mal di testa a causa dei loro abiti optical.
Giovani che si spacciavano per manager di grandi società, ma che avevano il volto interamente piercingato, una catena che fuoriusciva dalla tasca ed il cane gigante che li aspettava nel parco sotto casa.
Insomma in questo mese di selezioni si sono presentati oltre trentacinque aspiranti a partecipare alla terza edizione delle "Grandi Streghe".

Tutti personaggi tra loro diametralmente diversi ma con un costante punto in comune: nessuno di loro assomigliava a David Beckham!
Chiara, determinata e coesa la nostra scelta: sui trentacinque selezionati una sola era una donna ed oggi è lei ad occupare la stanza che fu fino a ieri del furettus domesticus.
Morale della favola: se non è possibile avere un diamante, non accontentarti di un coccio di vetro, passa ai rubini!
 
posted by La G. di Gatta at 18:51, | 7 comments

Considerazioni

Avevo pensato di fare il mio ingresso nel blog con qualche post che parlasse di natura e ambiente, tematiche a me fortemente care, ed in realtà avevo in mente un testo sui cambiamenti climatici (ispirata da quest'inverno tutt'altro che freddo), ma poi mi sono detta che sarei risultata pesante e non in linea con l'impronta che questo blog ha assunto.
Questo non significa assolutamente che non parlerò di natura, ambiente ed animali, altrimenti "snaturalizzerei"(permettetemi il gioco di parole) me stessa; ma al momento vorrei rendervi partecipi di due mie sensazioni:
  1. Oggi ho finalmente detto tutto ciò che volevo dire da tanto tempo! Non specificherò chiaramente nè cosa ho detto, nè a chi l'ho detto, ma vorrei solo suggerirvi di dire sempre ciò che pensate: vi assicuro che dopo vi sentirete benissimo e pronti ad affrontare tutte le sfide possibili ed immaginabili!
  2. Non sono del tutto convinta di quello che farò tra un paio di ore, ma non vale la pena rischiare? Sono sempre stata una persona molto razionale, ma alla fine è anche bello lasciarsi andare, no? L'ho imparato da poco e devo dire che ti fa sentire più viva!

Streghette e non, aspetto vostri commenti!

 
posted by Anonimo at 11:44, | 2 comments

La determinazione di Alice

Portare a termine tutto ciò che si è prefissi è una delle cose che maggiormente contano nella vita!
Questo è l'Alice pensiero.
E tutte siamo concordi con lei!
Tuttavia ci sono dei momenti in cui è il caso di lasciar perdere, soprattutto quando ci sono dei campanelli di allarme che ci avvisano che qualcosa non vada come previsto.
Il nostro appartamento è dotato di ogni conforts: da tutti gli elettrodomestici, al parquet!
Era una sera da cinema.
Ovviamente eravamo tutte in vistoso ritardo e dovevamo prendere Holly a casa.
Alice, tuttavia ha una fame incontenibile e decide di preparare un rapido taost... Rapido??
Il nostro tostapane non è a pressione, nè a griglia, bensì ad espulsione.
E lo è sempre stato da quando Dot l'ha comprato.
Alice prepara il suo toast: due fette di pane morbido e spesso, lattuga, pomodoro e pancetta.
E decide di porlo all'interno del tostapane senza prendere minimamente in considerazione il fatto che l'altezza della sua creatura sia di parecchio maggiore rispetto alla fessura dell'elettrodomestico.
Questo è un futile problema superabile senza nessuna difficoltà.
Spingi qua, forza là, pressa un po', finalmente il panino è dentro l'apparecchio che può essere finalmente acceso.
Passano i minuti e non succede nulla, continuano a passare e ancora nulla se non un odore di corpo combusti che si diffonde per casa.
Allora, solo allora Alice si rende conto che qualcosa non va.
Mi chiama in soccorso.
Serve una mano...la mia, abbastanza sottile da entrare nella fessura del tostapane e recuperare ciò che resta del panino.
"Questo coso non funziona più" è la risoluta affermazione di Alice mentre io cerco di operare l'elettrodomestico.
Non ha minimamente pensato che è il suo panino che non andava bene!
Le spiego tutto, ma lei non fa una piega ed anzi dice: "Beh, io avevo voglia di un toast, che ne sapevo che queste molle non reggono un peso superiore al grammo!!!!"
Ci sono pezzi di cibo ovunque ed il risultato della serata è: tostapane fuori uso per un po', qualche scottatura, fortunatamente irrisoria, alla mia mano e cinema over!
Ma questa determinazione di Alice non ha visto un unico caso isolato.
Si viveva ancora nel vecchio appartamento con la strega Amelie.
Un giorno Alice torna su con un mazzo di chiavi ed un'espressione indagatoria sul viso: "erano nella nostra cassetta della posta, chissà chi le ha messe dentro. Forse qualcuno ha sbagliato buca".
Amelie ed io la guardiamo basite: eravamo tornate a casa qualche minuto prima e nella nostra cassetta quelle chiavi non c'erano.
"A proposito, a voi la chiave della posta funziona bene? La mia ha qualche problema, ho divelto la serratura della cassetta per prendere queste chiavi!"
Beh, si spiega tutto: non era la nostra cassetta della posta!
Amelie ed io cominciamo a ridere, Alice pensa che le manchiamo improvvisamente di rispetto e innervosita chiede che succeda.
Andiamo avanti con la spiegazione dei fatti; Alice ascolta ed alla fine conclude: "allora non occorre che faccia una nuova chiave della posta, evidentemente anche la mia funziona bene".
Come vedete Alice rimane sempre dell'idea, anche davanti a clamorose sviste, che nella vita non si debba lasciare nulla di incompiuto e che la perseveranza sia la virtù dei forti!
 
posted by La G. di Gatta at 04:08, | 1 comments