giovedì 27 dicembre 2007

Per memoria

Eppure l'avevo letto, mi sembrava di averlo letto bene. Sono corsa a casa a controllare, che forse tanta saggezza non avesse attecchito sul mio povero stanco neurone? O forse non avevo capito bene, dovevo aver confuso qualche concetto. Pareva così chiaro, semplice, quasi ovvio. E invece lui con poche parole era riuscito a confondermi le idee. Mi aveva fatto un discorso tale sulla razionalità che mi ero convinta che avesse ragione. Ed invece ricordavo bene, era proprio così, come dicevo io...
Osservate con quanta previdenza la natura, madre e artefice del genere umano, ebbe cura di spargere dappertutto un pizzico di follia. Se, infatti la saggezza consiste solo nel farsi guidare dalla ragione, mentre, al contrario, la follia consiste nel farsi trascinare dalle passioni, perché la vita umana non fosse del tutto improntata a malinconica severità, Giove infuse nell'uomo molta più passione che ragione. Relegò inoltre la ragione in un angolino della testa lasciando il resto del corpo ai turbamenti delle passioni. Quanto valga la ragione contro questa agguerrita avversaria ce lo dice a sufficienza la condotta abituale degli uomini: la ragione può solo protestare, e lo fa fino a perderci la voce, enunciando i princìpi morali; ma quella, rivoltandosi alla sua regina, la subissa di grida odiose, finché lei, prostrata, cede spontaneamente dichiarandosi vinta.
Tuttavia, poiché l'uomo, nato per far fronte agli affari, doveva ricevere in dote un po' più di un'oncia di ragione, Giove, per provvedere debitamente, convocò la Follia perché lo consigliasse, come su tutto il resto, anche a questo proposito; e il suo pronto consiglio fu degno di lei: affiancare all'uomo la donna, animale, sì, stolto e sciocco, ma deliziosamente spassoso, che nella convivenza addolcisce con un pizzico di follia la malinconica gravità del temperamento maschile.
[...]Pare di sentire protestare i filosofi: l'infelicità, dicono, è proprio qui, nell'essere prigionieri della Follia, sbagliare, vivere nell'inganno, nell'ignoranza. Ma essere uomo è appunto questo. Nessuno è infelice quand'è in armonia con la propria natura, a meno di compiangere l'uomo perché non può volare con gli uccelli, né camminare a quattro zampe con gli altri mammiferi, o perché, a differenza dei tori, non è armato di corna. Da tal punto di vista chiameremo infelice anche un bellissimo cavallo perché non sa di grammatica e non mangia dolciumi, infelice il toro in quanto negato agli esercizi della palestra. In realtà, come non è infelice il cavallo che ignora la grammatica, così non è infelice l'uomo per la sua follia, che è conforme alla sua natura. [...]
Anche se questa felicità sarà perfetta solo quando le anime, ripresa l'antica veste corporea, riceveranno il dono dell'immortalità, gli uomini pii, dato che la loro vita è tutta una meditazione di quella vita immortale, e quasi una sua immagine, possono talvolta pregustare qualcosa, una sorta di anticipazione di quel premio. Si tratta di una goccia da niente in confronto a quella fontana di eterna felicità, ma che vale molto di più di tutti i piaceri corporei, anche se potessimo farli convergere tutti in un punto solo. A tal punto la sfera dello spirito è superiore al corpo, e quella dell'invisibile al visibile. Questa è la parte della follia che il passaggio da una vita all'altra non toglie, ma porta a perfezione.
(Erasmo da Rotterdam, Elogio alla follia, http://www.geocities.com/fylosofyco/elogio.htm)
 
posted by Holly G. at 18:18, | 3 comments
lunedì 24 dicembre 2007

Nevica

Fuori c'è una neve bianca che ha ricoperto ogni cosa. L'ho trovata così questa mattina appena sveglia, che era caduta durante la notte in silenzio per non disturbarci nel sonno. Ho visto filtrare dalla fessura della finestra una luce azzurrognola che non è quella di una giornata di sole. Nè quella che si vede quando il cielo è pronto ad un temporale. C'è un'atmosfera irreale quando nevica. Come se il soffitto del mondo si fosse abbassato appena sopra le nostre teste. Non sono nuvole, nè nebbia, quanto più una coperta bianca e appena trasparente che copre il mondo e si poggia sui tetti delle case e degli alberi più alti lasciando appena lo spazio per respirare. Lo strato di neve attutisce i rumori. Non si sente suono di una macchina, di una porta che sbatte, di qualcuno che chiama. Forse non ce ne sono. Con la neve non si esce di casa, non si sbattono porte, non si mette in moto alcuna macchina. La neve attutisce anche i pensieri. Li racchiude come in un batuffolo di ovatta dove non hanno più motivo di agitarsi, di creare scompiglio, di far ribollire la mente. Si riposano. Si fanno coccolare dal calduccio. Perchè la neve è calda. E' più calda di quanto possa far immaginare il suo bianco glaciale. La neve protegge la terra dal freddo dell'inverno. Fa venire voglia di stare davanti al camino, o di rimanere per ore sotto le coperte a guardarla fuori dalla finestra. E quando puoi vederla cadere è come se vivessi un miracolo. I piccoli fiocchi che scendono dal cielo così bianchi e leggeri che sembrano provenire da un mondo che non esite. Tutti così diversi tra loro che incantano e inchiodano i bambini davanti alla finestra. E i grandi. La fretta, il rumore, lo stress e la velocità non hanno più energia sotto la neve che cade lenta. Come se in quel momento qualunque cosa del mondo non esistesse più.
Per chi non ha mai visto nevicare...
 
posted by Holly G. at 05:04, | 0 comments