venerdì 2 marzo 2007

il più cieco amore o la più stupida pazienza?

"Non vedo più a che punto sta la netta differenza fra il più cieco amore e la più stupida pazienza" cantava nel 1980 e rotti (l'anno preciso non me lo ricordo) l'allora esordiente Anna Oxa. Questa frase mi è sempre rimasta molto impressa e oggi più che mai ci penso. E' mattina presto, sono insolitamente sveglia. Con tanti pensieri che si accavallano in testa e nello stomaco (ma perchè poi i pensieri debbono essere così fisici?). E rimugino, rimugino sull'amore e sull'ostinazione che ci creiamo pur di non perdere un amore che, forse, è gia perduto o che non è mai stato tale. Insomma come si fa a capire quando nonostante tutto, tutti i problemi, tutte le sofferenze, le difficoltà, le ferite, vale la pena di rimettersi in gioco e di riaffrontare anche tutto questo ancorauna volta affinchè al nostro sentimento, al nostro amore, sia data un'altra possibilità di essere? O quando, nonostante il ricordo bello e forte ci tenti, è bene mollare gli ormeggi e volgersi verso nuove rotte?
Come si fa? Non vi è mai capitato? Si, lo so. Ho capito quello che state dicendo. Certo: dipende. Dipende dalle situazioni, ognuna diversa, ognuna con il suo vissuto che può far pendere la bilancia verso una delle due soluzioni. Capisco che con i sentimenti non ci possono essere regole pecise. Sarebbe bello poter verificare l'amore con il teorema di, che so, Shakespeare. Me lo immagino così: l'area di un amore costruito sull'ipotenusa della sincerità è uguale all'area dell'amore costruito sui lati dell'ideale e della realtà più tanto coraggio . Altro che Pitagora! Questo si che sarebbe un teorema per risolvere i problemi della vita e non solo quelli scritti sulle pagine di libri e quaderni. Ma non esiste. Shakespeare ha dissertato sull'amore in modo molto più poetico e molto meno concreto lasciandoci bellissimi sogni e nessuna certezza.
E allora sono di nuovo da capo a dodici. In balia della mia confusione, del mio non riuscire a capire se insistere o mollare, ricominciare o smettere. E non credo che sia questione di coraggio, ci vuole coraggio anche nel troncare, nel riuscire a dire no nel momento giusto. Il problema è proprio capire, capire dove il proprio coraggio e la propria determinazione devono investire. Una cosa mi è chiara anche se in questo momento non mi aiuta a risolvere l'impasse: dovunque andrà la mia decisione ci metterò tutta me stessa. Per ora continuo a pensarci....... Vado a farmi un caffè e compro un altro gettone per il nuovo giro sulle mie personalissime montagne russe: sù e giù per finire e iniziare sempre dallo stesso punto: quando si scende?
Alice in the standbyland
 
posted by Alice at 01:45, |

3 Comments:

Alice, non ti preoccupare! Quando ho dei dubbi qualcuno mi ripete sempre:<< tranquilla!magari un giorna sarai su una spiaggia assolata a fare l'happy hour bevendo un cocktail direttamente da una noce i cocco e improvvisamente tutto ti sarà chiaro...>>. E io ti dico: magari te sarai presto nel lontano oriente comprando della seta rossa o con i capelli che ti si scompigliano mentre ti portano in risciò (esistono!) e ta odore di spezie, di storia e (SCUSA LO DEVO DIRE!)di fritto tutto ti sarà chiaro....Bacetti stregati
Alice, no worries! Dot ha ragione, tutto con il tempo siu risolverà.
Comunque questo post mi è piaciuto davvero tanto! é coinvolgente e molto realistico...ed anche il commento di Dot: quando sarai nella nuvola cinese fritta ti sarà tutto chiaro!
Le nuovolette fritte sono già un po' pesanti, figuriamoci se vengono condite di pensieri che da soli riescono a sconvolgere lo stomaco... Lascia invece tutti i tuoi pensieri in aereoporto, perchè altrimenti rischi che ti blocchino alla dogana: "Signorina, niente da dichiarare? Di pensieri sugli uomini può portare al massimo una bottiglietta da 100ml, non di più". E poi al ritorno, carica di sorrisi cinesi, e di vasi finti ming, e con i capelli scompigliati e puzzolenti di fritto, allora tutto sarà più facile... Buon divertimento!!!