sabato 24 marzo 2007

Quanto erano belli quei lenti...

Ieri sera, tornando a casa da una serata dancing anni ’70 niente male, facendo zapping alla radio ho beccato il medley de “Il tempo delle Mele 1 e 2”.
Inutile dire che la mente è volata fantasticamente agli anni ormai da troppo tempo trascorsi.
Forse i miei sono ricordi da adolescente mai cresciuta, dunque oggi un po’ retrò, ma se torno indietro con la memoria a quei momenti ormai lontani sento ancora le emozioni legate alle prime cotte, all’incontenibile batticuore per un amore magari anche a senso unico, o al vedere il proprio corpo cambiare.

Mi è venuto da pensare quanto appassionante fosse essere invitata per un lento, soprattutto se era quel LUI, quello che sconvolgeva gli innocenti (?) pensieri da ragazzina, a farlo.
I famigerati lenti, quelli in cui chissà cosa poteva succedere, quelli che ti portavano a vivere dei momenti indimenticabili, eterni nella durata dei pochi minuti della canzone, quelli che ti facevano volare con la fantasia verso chissà quale nobile e toccante storia di soli sentimenti, in cui il sesso era un tabù o un premio che incoronava una devozione più che una relazione tra due sbarbatelli, quelli in cui istauravi un contatto fisico che i tempi e gli anni di oggi non prevedono più.
Ed è un vero peccato.
Oggi è tutto più immediato, troppo diretto.
Si bruciano le tappe, si cresce troppo in fretta. Ci si atteggia a donne aggressive quando si hanno malapena 16 anni. A 19 si è già sfatte dal tempo che avanza inesorabile, donne troppo vissute con una mente di bambine.
Tutto oggi ti porta all’essere trasgressivo: se non lo sei, sei out!

Dalla musica alla moda, dal taglio di capelli ai film, dagli atteggiamenti al rapporto con l’altro, soprattutto con l’altro sesso.
Non c’è più spazio, oggi, per un delicato lento. Manifestazioni sdolcinate, li giudicherebbe la classe degli adolescenti di oggi; fuori moda, li giudicherebbe la classe della fine degli anni ’70, quella stessa classe, la mia, che li aveva adorati, sentiti ed ascoltati, aspettati in gioventù.
Certo è la normale evoluzione della storia, della vita.
E allora ti accorgi che il tempo passa, le mode cambiano, tu cambi, ma sotto sotto, dentro di te, rimane sempre quell’adolescente che sei stato. E basta una canzone all’improvviso, magari in un particolare stato d’animo, a farti provare le stesse emozioni che qualche anno fa ti vibravano dentro.
E sai che c’è? Che non ti vergogni di essere nostalgico e melanconico e che ti verrebbe di gridare al mondo di fermarsi e riprendersi il proprio tempo, con le proprie fasi e le proprie età perché la trasgressione a tutti i costi, la ricerca dell’effimera felicità, l’essere per forza a passo coi tempi non è lo stravolgimento socioculturale del '68, perché oggi in fondo è la normalità la vera rivoluzione!

 
posted by La G. di Gatta at 12:19, |

1 Comments:

Siiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!! i lenti...che emozione. manco a dirlo i miei preferiti erano quelli di baglioni.luci basse e mani orribilmente sudate dall'emozione e dal caldo soffocante...quanti secoli fa? forse è anche vero che sono un po' antiquati ma...mi spiace per i tempi di oggi, non sanno cosa si perdono!!!!!!!