venerdì 23 marzo 2007

Frasi mancanti

La storia che sto per raccontarvi ha come al solito dell’assurdo e del ridicolo, ma se così non fosse stato certo non sarebbe capitata e me.
Siete mai state le protagoniste di meravigliose attenzioni da parte di un affascinante “amico” che si trova con voi nella serata perfetta in cui tutto va per il verso giusto se non per il piccolissimo neo che in lui c’è un “di più” di troppo?

Mi spiego meglio.
Conosco da un po’ un ragazzo, una bravissima persona, intelligente e schietto, perla rara direi nel marasma dei trentenni, con cui dal primo momento istauro un piacevole rapporto di sintonia.
Da quando lo conosco so che è fidanzato, attento e fedele. Innamorato, non so, ma sicuramente premuroso nei confronti della sua compagna.
Mai un errore né una distrazione, cosa per la quale, credetemi, l’ho sempre ammirato. E non perché non gli si siano presentate delle tentazioni, anzi talvolta si è trovato davanti a pressioni un po’ troppo esplicite, ma elegantemente non le ha colte.
E quanto a me, non ho mai provato per lui null’altro se non una sincera affinità.
Ebbene qualche settimana fa organizziamo una night out e, complici numerose defezioni di amici, ci ritroviamo solamente io e lui.
Cena in un posto molto cool della metropoli, pietanze ricercate, vino corposo, dolci raffinati!

Segue passeggiata rinfrescante tra le più belle piazze della città.
Ecco che ad un tratto comincia a cader giù un’ “impunita” pioggerellina che complica tutto, che ci fa avvicinare forse un po’ troppo. E’ un attimo ma è quanto basta per canticchiare “Roma, nun fa la stupida stasera, damme na mano a famme dì de no…”. Roma questa mano proprio non voleva darmela e anzi complicava tutto col proporre alla nostra passeggiata altri punti famosi e panoramici della città.
Ma questa mano me la sono data io da sola, perché si sa, una mano lava l’altra.
Non ho smesso un attimo di saltare da palo in frasca, e credetemi, sono una smodata chiaccherina; ho evitato qualsiasi silenzio che si sa in questi casi è veloce come le faine nel creare la giusta, beh, l’erronea in questo specifico caso, atmosfera; non ho mai guardato negli occhi chi altrimenti avrebbe colto in uno sguardo una confusione che lasciava trapelare un errato qualcos’altro.

Dalla controparte, tuttavia, e fino ad un certo punto, non avevo nessun aiuto essendo disarmantemente assente la possibilità di considerare quanto accadeva un rischioso errore.
Ad un tratto la selva oscura si dirada e la diritta via non è più smarrita, finalmente tutto finisce, ognuno torna ai propri mezzi ed alle proprie case.
Ma la miccia ormai era stata accesa e così decidiamo di fare chiarezza su quanto poteva accadere ma che fortunatamente, bizzarro a dirlo, non è accaduto. Per lettera!
Però così il gioco diventa più malizioso perché è chiaro che nascondersi dietro un foglio è molto più facile soprattutto se volutamente si omettono delle frasi che ammiccano ad aspettative e risposte in merito.
E così la nostra corrispondenza è andata avanti nel “gioco della primavera”, quello delle frasi mancanti, esattamente fino al primo giorno di primavera, quando l’inatteso vento freddo del nord ha soffiato decisamente forte su un altrimenti irrimediabile errore.
“Effettivamente, pensandoci razionalmente, meglio trattenersi che rovinare un rapporto”, questa la frase che dall’ultima lettera non è più mancante! Politically correct!!!!!!

 
posted by La G. di Gatta at 12:21, |

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