domenica 14 ottobre 2007

Quel giorno di dolore che uno ha.

Un altro titolo da Ligabue, abbiamo scoperto che ci piace. Forse perchè racconta la vita più semplice quella quotidiana del Bar di Mario, di certe notti che sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi. La vita che pare procedere a caso, per equivoci, cedimenti e debolezze, in attesa di quel giorno dei giorni che farà ricominciare tutto, che farà rimettere in circolo il tuo amore.
Ma per qualcuno oggi il resto non conta. Oggi è un giorno di dolore, che dura da più di un giorno. È un dolore sottile e costante che attanaglia l’anima e toglie il respiro. Quello che dà dolore è qualcosa di piccolo eppure infinitamente grande, che si attacca al cuore e si nutre della nostra forza e cresce, ci invade, ci soffoca, come un Alien nello stomaco. Ma solo noi riusciamo a vederlo. Solo noi capiamo che ci sta rubando l’anima. Le parole e i consigli non servono. I suoni e i rumori ci scorrono addosso. È come se tutto fosse spento per un giorno. Allora non si può che stringere i denti e aspettare.
Stringi i denti, aspetta. Perchè lo so, ci sono passata anch'io, so che un giorno non ci sarà più quel dolore, una mattina ti svegli e ti accorgi che è tutto passato. Che l'Alien è sparito, sarà andato forse a succhiare qualcun'altro. E tutto quel dolore vissuto sarà servito a renderti più forte, a costruire una corazza intorno al cuore ...perchè gli ostacoli dentro e fuori sono infiniti, basta un nulla a perdersi, ma quel nulla feroce messo di traverso è ciò che permette alla fragilità di trasformarsi in forza e all'informe di trovare la sua forma nascosta... (Marco Lodoli). Te lo giuro, se conta, ti giuro che passerà.
 
posted by Holly G. at 11:15, |

1 Comments:

attenzione a paragonare questi moment, questi dolori ad alien....potrebbero chiederti un sequel........
alice